Scuola. Arancio: perché quattro presidi mandati in pensione forzata, nonostante una sentenza del Giudice del lavoro?

"Nonostante una sentenza del Giudice del lavoro che – in base alla legge Fornero – permetteva loro di rimanere in servizio ancora un anno, l’Ufficio Scolastico Regionale ha disposto il ‘collocamento a riposo’ per quattro presidi siciliani: chiedo al governo, in particolare all’assessorato alla Pubblica istruzione, di intervenire”. Lo dice Giuseppe Arancio, parlamentare regionale del PD, che ha presentato una interrogazione al presidente della Regione e all’assessore alla Pubblica istruzione e Formazione.

 

La vicenda riguarda quattro Dirigenti scolastici, in servizio a Gela, Caltanissetta e Catania, che con autonomi ricorsi d’urgenza al Giudice del lavoro hanno chiesto ed ottenuto nei confronti del loro datore di lavoro (il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) il mantenimento in servizio per l’intero anno scolastico 2013-2014 e, comunque, sino al raggiungimento del 66° anno di età. Il Ministero il 9 agosto 2013 ha dato attuazione ai provvedimenti giudiziari, ma il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, nonostante ciò, ha disposto il “collocamento a riposo” dei quattro presidi.

 

“Questo provvedimento – aggiunge Arancio – appare ancora più incomprensibile dal momento che sono stati recentemente assunti in servizio 173 presidi, ma i posti a disposizione erano 183: insomma, rimanevano ancora 10 sedi libere e i dirigenti in questione ne avrebbero occupate solo quattro, e soltanto per un anno. E’ inaccettabile che un dirigente all’USR possa ribaltare la sentenza di un giudice, peraltro già accettata dal Ministero”.