Proseguire il dibattito ma centrare i temi

di

Marika Cirone Di Marco

 

Il dibattito apertosi a seguito dell'intervento a gamba tesa fatto da Galli della Loggia che, con un giudizio inappellabile, travolge l'Autonomia speciale e la classe politica siciliana, affidando il futuro dei Siciliani ad una sorta di commissariamento nazionale, merita di essere proseguito e approfondito, per evitare che lo sfascismo, diventato il nuovo sport nazionale, travolga la residua fiducia dei cittadini nella democrazia e nelle istituzioni.

Se la valutazione di Galli della Loggia non persuade non convince neanche il rimpallo delle responsabilità per le obiettive difficoltà in cui versa la Regione utilizzato dai successivi interventi, dall'Ars al Governo, dai Deputati al Presidente, quasi che il bilanciamento dei poteri previsto dai Costituenti Siciliani sia divenuto un inutile orpello da eliminare prima possibile in funzione dell'avvento dell'era dell'uomo solo al comando.

Davvero lacci e laccioli all'azione del Governo e del Presidente sono addebitabili ai condizionamenti imposti dai 90 deputati o non, invece, alle difficoltà reali createsi a seguito dell'azione di risanamento e moralizzazione a cui Crocetta è stato obbligato per tagliare le spire soffocanti e maleodoranti di precedenti gestioni? Mi lascia perplessa il fatto che, mentre si smantellano sacrari e greppie, nate dal male antico del consociativismo in chiave siciliana, alle cui sirene non si sono sottratte forze politiche, imprenditoriali, sindacali senza eccezione alcuna, da una parte si suoni la grancassa dell'antiparlamentarismo o, dall'altra, del neo centralismo statale.

Altro conto sarebbe cogliere la portata innovativa del Governo Crocetta e riavviare con sollecitudine un lavoro – iniziato dall'Ars qualche anno fa e poi accantonato – sulla riforma dello Statuto Speciale, ormai improrogabile anche per le importanti innovazioni che sono intervenute e stanno intervenendo attraverso le normative europee e nazionali e nella società.

E’ in questa direzione che la Sicilia, come ha fatto nei casi dell’abolizione delle province, della ripubblicizzazione del servizio idrico, della doppia preferenza di genere, per non dimenticare tanti anni fa con l’introduzione dell’elezione diretta dei Sindaci, può dare un contributo originale al Paese.