Cirone: trivellazioni, Governo e Ars hanno il dovere di decidere

di Marika Cirone Di Marco, parlamentare regionale PD e componente commissione Ambiente Ars

 

Il Parlamento siciliano è chiamato ad esprimersi nelle prossime ore su un vasto programma di trivellazioni off shore e on shore, delineato a seguito dell'approvazione da parte della Giunta Regionale del Protocollo con Assomineraria siglato il 4 giugno 2014 e del Protocollo per Gela del 6 novembre 2014. La complessità delle questioni contenute in questi Protocolli e il parziale approfondimento intervenuto, sia nelle Commissioni legislative Ambiente e Attività' produttive ,sia nell'informativa resa in Aula da parte del Governo, non consentono un'assunzione consapevole di responsabilità' tanto più a fronte di scelte che intercetteranno per i prossimi decenni gli interessi e la qualità della vita delle nostre comunità.L'impatto riguarderà l'ambito delle perforazioni ,di cui si parla molto,e le infrastrutture a servizio in mare e in terra, di cui si parla meno o affatto, le une e le altre da sottoporre, invece, a valutazione congiunta e contemporanea improntata a trasparenza e rispetto per i territori. 

I Protocolli siglati hanno  punti di chiarezza uniti a parti indeterminate, ripetitive, confuse. Risultano chiare le motivazioni e definite le richieste delle Società interessate alle trivellazioni in merito alle procedure amministrative, alla tempistica, alle royalties da ottenere da parte dell'Amministrazione Regionale, assai meno chiare risultano le garanzie in materia ambientale che le medesime s'impegnano a offrire .Nel Protocollo  Assomineraria , ad esempio, il Monitoraggio Ambientale è un impegno da perseguire, ma come questo debba essere attinto resta un'incognita : infatti non si indicano, in barba alle indicazioni dell'ISPRA, modalità, tecnologie, sistemi di informazione del territorio. Altrettanti elementi di indefinitezza vi sono nel Protocollo per Gela, anche se in questo caso la sottoscrizione del Sindaco della città garantisce quel controllo dell'Ente Locale ovunque auspicabile.

L'impostazione seguita nell'uno e nell'altro fa passare in secondo piano questioni imprescindibili come l'alta  sismicità dei luoghi, le peculiarità del paesaggio e degli ambienti marini, gli interessi delle attività produttive legate alla pesca, all'agricoltura, al turismo. L'ecocompatibilità sbandierata nelle dichiarazioni alla stampa da frenetici supporters sparisce di fronte all'assenza di una complessiva  valutazione costi/ benefici, in cui inserire accanto ai benvenuti investimenti e all'occupazione "reale " indotta, il rischio ambientale da perforazione, contaminazione, inquinamento e la eventuale perdita produttiva di altri comparti economici. Questo quadro dimezzato .nel quale le questioni della tutela dell'ambiente e della sicurezza appaiono sacrificate,non consente di esprimere una valutazione compiuta, nè sarebbe giustificabile in una materia, che agita la coscienza, arrivare a un voto per appartenenza o per contrasto.

Non convince nemmeno  la  proposta grillina di andare a referendum sull'art 38 dello Sblocca Italia sia perchè sposta nel tempo una questione che si svolge qui e ora, sia perchè appare il manifesto di bandiera di un movimento politico in evidente affanno.

Consentire,invece,da parte del Governo Regionale un'istruttoria approfondita  nella quale tutte le legittime ragioni in campo, imprenditoriali, ambientali, istituzionali, amministrative trovino una sintesi alta, non un maldestro abborracciamento, può essere il modo di pervenire a una decisione  difficile ma piu' condivisa. Sottrarsi agli aut aut  di Protocolli e Sblocca Italia, che non possono imbavagliare un Parlamento , preserva  all'Assemblea Regionale  la centralità' che essa deve esercitare di fronte a scelte strategiche ,che riguardano sia sviluppo e crescita che la funzione dell'Autonomia Speciale. Su questo terreno, le trivellazioni hanno riacceso l'attenzione sugli art. 36 e 37, dello Statuto Siciliano. Governo e Assemblea possono ritrovare una rinnovata sintonia. Vi e' uno spazio ampio che la buona politica può ricoprire, recuperando credito tra i Siciliani. Se non lo farà, in assenza dell'approfondimento necessario dell'insieme delle questioni, per il principio di precauzione varrà' per me la libertà di coscienza.