Beni confiscati. Maggio: Salvaguardare i lavoratori e le attività produttive confiscate

“Ho chiesto una riunione congiunta della Commissione Antimafia e della Commissione Lavoro per  verificare se il governo regionale, insieme all’agenzia nazionale dei Beni confiscati, si possa attivare ponendo in essere una forte azione propositiva nei confronti degli istituti di credito. Un’azione che miri, essenzialmente, a far sì che questi ultimi rendano possibile per le aziende confiscate, e quindi in fase di riorganizzazione della propria attività nella legalità, la continuità di accesso al credito”.   Lo afferma il vicepresidente della Commissione lavoro, Mariella Maggio, che oggi ha avanzato la proposta durante l’incontro della Commissione Antimafia con il prefetto Umberto Postiglione, a capo dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati.

“L’obiettivo è dimostrare come attraverso la gestione legale dei beni confiscati si possono mantenere sia la qualità produttiva delle aziende sia la tutela dei lavoratori, in attesa che a livello nazionale si definiscano le nuove regole per le gestioni  commissariali dei beni confiscati (è ancora all’esame della Commissione Giustizia della Camera il ddl di iniziativa popolare numero 1138 presentato il 13 giugno del 2013) – spiega il deputato Pd -, considerato che uno dei problemi principali che si evidenzia nella gestione di tali beni è la mancanza di risorse, che si dovrebbe risolvere mediante la costituzione di un fondo di rotazione da cui attingere per impedire che le aziende e le attività confiscate chiudano i battenti,  con le conseguenti ricadute negative sui lavoratori”. 

Il ddl 1138  – aggiunge Maggio – contiene inoltre tre punti per me fondamentali: l’estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori, indipendentemente dalla tipologia delle aziende e dal numero dei loro addetti; il lavoro in sinergia perché i tempi delle soluzioni operative in questo campo siano più celeri; una cosiddetta long list degli amministratori giudiziari, che devono avere determinate caratteristiche, tali da non ridurli a meri commissari liquidatori.  E’ fondamentale che la confisca e l’assegnazione – conclude il deputato Pd -, lo ribadisco,  non equivalgano a perdita di posti di lavoro. Non può consolidarsi, infatti, il paradosso che lo Stato che gestisce i beni non sia in grado di farli divenire modello di legalità economica garantendo l’attività e i lavoratori coinvolti”.