Agricoltura. Focolai di Blue Tongue, Dipasquale: modificare le disposizioni del Ministero della Salute

Il gruppo parlamentare del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana ha presentato una mozione, della quale è primo firmatario il parlamentare regionale del PD Nello Dipasquale, in merito alle recenti disposizioni del Ministero della Salute che limitano enormemente il commercio del bestiame bovino e ovicaprino a causa della comparsa in Sicilia di alcuni focolai di Blue Tongue, in particolare nelle province di Ragusa, Catania, Enna, Messina e Siracusa.

La mozione, se approvata, impegnerebbe “il Presidente della Regione a intervenire urgentemente nei confronti del Ministro della Salute al fine di non compromettere la sopravvivenza delle aziende zootecniche Siciliane rivedendo le attuali misure contenute nel Decreto Dirigenziale del Ministero della Salute n 6478 del 10/03/2017 e ridimensionando i vincoli imposti alla commercializzazione degli animali soprattutto quelli relativi alle movimentazioni dalle zone infette”.

“L’attuale norma – spiega Dipasquale – è assai restrittiva e causerà ingenti danni economici agli allevatori che si vedono bloccati nelle loro stalle degli animali destinati alla vendita, impedendone la movimentazione. Le misure, tra le altre cose, prevedono la delimitazione attorno a ciascun focolaio di Blue Tongue, di una zona infetta del raggio di 20 Km dalla quale gli animali possono essere movimentati solo se vaccinati per i sierotipi circolanti, e la delimitazione di una zona di protezione del raggio di 100 Km e di una zona di sorveglianza del raggio ulteriore di 50 Km dalle quali gli animali possono essere movimentati se vaccinati o in presenza di alcune precauzioni che, a loro volta, complicano ancora di più la movimentazione”.

“Dai dati in nostro possesso – continua il parlamentare ibleo – il consuntivo dei danni provocati dalla Blue Tongue in Sicilia è quasi integralmente ascrivibile alle conseguenze delle misure adottate per contenere la diffusione del virus piuttosto che ai danni diretti della stessa. Infatti, i casi di mortalità o di malattia clinicamente rilevabile ascrivibili alla malattia in Sicilia sono stati assolutamente trascurabili. Per contro, i danni economici provocati dalle restrizioni alla movimentazione degli animali sono stati incalcolabili e hanno contribuito e contribuiscono in maniera non indifferente alla crisi del settore zootecnico. Inoltre, le restrizioni alla movimentazione non hanno impedito il diffondersi della malattia che, ormai, interessa molte regioni d’Italia, in considerazione del fatto che a trasmetterla sono insetti vettore”.

“Per questa ragione – conclude Dipasquale – per non danneggiare ulteriormente l’economia degli allevamenti siciliani si ritiene necessario e urgente che le attuali misure vengano modificate e ridimensionati i vincoli imposti alla commercializzazione”.