Mafia. Ferrandelli: la Regione espropri il casolare dove venne ucciso Peppino Impastato e lo restituisca alla comunità

"Con la comissione Antimafia ci siamo recati in visita ufficiale alla ‘Casa Memoria Peppino Impastato’ a Cinisi.  E’ stato un fatto importante, un riconoscimento delle battaglie antimafia di Peppino, giovane militante di Democrazia Proletaria assassinato dalla mafia nel 1978. Ancora più importante perché, così come abbiamo testimoniato con l’elezione all’unanimità del presidente Musumeci, è stata la prima visita ufficiale della Commissione ma è anche stata la testimonianza che l’impegno antimafia e la memoria non sono né di destra né di sinistra, ma di tutti”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli, deputato regionale del PD e vicepresidente della commissione Antimafia all’Ars.

“Questa è la strada che vogliamo percorrere in commissione e oggi il presidente, con una storia politica di destra, io, che vengo dalle radici della sinistra, le stesse di Peppino, e tutti i componenti dell’Antimafia, abbiamo dimostrato che la politica vuole fare 100, 1000 passi avanti per alimentare la memoria e soprattutto per impegnarci in fatti concreti”.

“Abbiamo assunto diversi impegni, uno per tutti di grande valenza simbolica: ci occuperemo del casolare in cui nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 fu ucciso Peppino Impastato. Coperto di letame, lasciato all’incuria, con il tetto pericolante e rischio crollo la Regione lo deve espropriare e farlo diventare il “simbolo di una Sicilia che resiste”.

“Abbiamo anche scoperto altre quattro mattonelle d’inciampo incastonate sull’asfalto e dedicate rispettivamente a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano ed il generale Dalla Chiesa. Prosegue così il camminamento dei 100 passi verso casa Badalamenti".